Che fine ha fatto il report dell’AIFA?

Che fine ha fatto il report dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) sulle reazioni avverse ai vaccini contro il covid-19? Risale ormai a quattro mesi fa la diffusione dell’ultimo documento sugli effetti collaterali provocati dal siero. Era il 12/10/21, quando gli uffici di via del Tritone sfornavano il nono e ultimo “rapporto sulla sorveglianza dei vaccini covid-19“. Fino a quella data la pubblicazione aveva cadenza mensile, “… per assicurare sufficienti dati per garantire la robustezza delle analisi, della comparazione e delle valutazioni“.

Ad ottobre il voltafaccia: “considerata la stabilità dell’andamento delle segnalazioni per i diversi vaccini, il rapporto di sorveglianza sarà pubblicato con cadenza trimestrale“. L’uscita del nuovo report era prevista dunque intorno al 12/01/22, ed invece… Abbiamo provato a più riprese a metterci in contatto con l’ente per ottenere informazioni sulla pubblicazione dell’aggiornamento, ma invano.

E qui non si tratta di essere “no-vax“, tutt’altro. Perché, come spiega la stessa Agenzia nell’incipit del rapporto, “nessun prodotto medicinale può essere considerato esente da rischi e verificare che i benefici di un vaccino siano superiori ai rischi e ridurre questi al minimo, è responsabilità delle autorità sanitarie che regolano l’immissione in commercio dei prodotti medicinali “.

Abbiamo confrontato i numeri del rapporto di ottobre con quelli presenti su Eudravigilance, la banca dati continentali dell’EMA per la gestione e l’analisi delle segnalazioni. L’AIFA spiega infatti sul proprio sito che “tutte le segnalazioni di sospette reazioni avverse raccolte nella rete nazionale di farmacovigilanza sono regolarmente inviate a Eudravigilance“, le quali a loro volta vengono poi trasmesse al database Vigibase dell’OMS. L’obiettivo della nostra ricerca era comprendere se ad essere bloccata fosse solo la pubblicazione del rapporto mensile oppure l’intero flusso di dati. Con un certo stupore abbiamo appurato che, in effetti, il numero delle segnalazioni presenti sulla banca dati europea risultava più alto rispetto alle cifre rilasciate da AIFA lo scorso autunno, rilevando un incremento di segnalazioni per tutti i vaccini somministrati in Italia come segue:

  • Pfizer: + 11,262 segnalazioni
  • Moderna/Spike-Vax: + 6128 segnalazioni
  • Janssen: +236 segnalazioni
  • Vaxevria/Astrazeneca: + 138 segnalazioni

Variazioni che sembrano dimostrare come, in questi ultimi mesi, l’AIFA abbia effettivamente trasmesso i dati alla controparte europea, senza però, al tempo stesso, rendere conto ai cittadini.

Non paghi del risultato, aabbiamo scavato più a fondo. Nella pagina dedicata alla farmacovigilanza, l’AIFA spiega che “i dati delle segnalazioni di sospette reazioni avverse a vaccini covid-19 inserite in rete nazionale di farmacovigilanza, sono accessibili dal sistema RAM (Reazioni Avverse dei Medicinali)” consultabili sia per organo o apparato interessato, che per singola reazione avversa.

Non senza fatica siamo riusciti ad accedere alla piattaforma e finalmente a vedere i dati delle reazioni avverse aggiornati al 26/01/22, relativi quindi anche ai periodi successivi all’ultimo aggiornamento del report. Le segnalazioni sono divise per vaccino, mese di rilevazione, gravità della reazione, sesso, fascia di età, descrizione dell’apparato e per singola reazione avversa.

Scopriamo così che, al 26/01/22, all’AIFA sono pervenute 24.077 segnalazioni in più rispetto al rapporto di ottobre, il 64% delle quali per il Comirnaty di Pfizer/Biontech ed il 30% relativamente allo Spike-Vax di Moderna). Negli ultimi due mesi le segnalazioni relative allo Spike-Vax risultano in forte crescita, arrivando in dicembre quasi a raggiungere il Comirnaty (2.775 del primo contro 3.132 del secondo).

Un altro dettaglio interessante, e preoccupante, riguarda la gravità, in costante crescita. Secondo i dati presenti nel sistema RAM, quasi una reazione su sei (16,7% ) viene classificata come “grave“. Nel primo rapporto erano una su 14 (7,3%). Colpiscono, scorrendo il dettaglio, le segnalazioni di miocardite (412 casi), pericardite (629), embolia polmonare (557), trombosi (349), trombocitopenia (407) e paralisi di Bell (239). Rimane da chiarire il dato relativo alle segnalazioni con esito fatale. Nell’elenco risultano infatti 100 casi di “morte improvvisa“ e 44 casi “di morte“, cifre che cozzano con i 608 casi di decesso post vaccino citati nel report di ottobre 2021 (16 dei quali giudicati correlabili al vaccino).

Rimane un mistero la ragione per cui l’AIFA si ostini a non pubblicare il rapporto. Per quale motivo tiene per sé le informazioni di cui dispone? O meglio, per quale motivo le occulta senza un’adeguata spiegazione? Tanto per fare un esempio, nel Regno Unito il report sugli effetti avversi è stato aggiornato pochi giorni fa, in Spagna il 26/01, nei Paesi Bassi il 23/01, in Francia il 21/01 ed in Svizzera il 12/01.