Le regole della scuola cambiano ancora una volta, ma non abbastanza per eliminare la didattica a distanza: si continua con le discriminazioni per i non vaccinati. Il Consiglio Dei Ministri ha deliberato le nuove misure per la scuola; si allentano le briglie per vaccinati e guariti, ma per tutti gli altri la scuola in presenza di casi positivi in classe rimarrà un privilegio. Le restrizioni sono solo per i non immunizzati, nella scuola secondaria si andrà in DAD con tre positivi, anche se non più per dieci giorni, ma solo per cinque. Alla scuola primaria invece scatteranno le lezioni online con cinque positivi, sempre per cinque giorni. Peccato che le norme attualmente in vigore per tutti prevedano dieci giorni di quarantena dopo il contatto con un positivo per chi non è in regola con il ciclo vaccinale e non sia guarito da meno di 120 (centoventi!) giorni. Da zero a sei anni si attiverà la quarantena per la classe dal quinto caso in su. Negli asili e nelle scuole materne fino a quattro casi accertati, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione ffp2 da parte dei docenti fino al decimo giorno successivo all’ultimo caso positivo al covid-19.
Il rientro a scuola sarà sempre possibile con test antigenico o molecolare ma anche con tampone fai da te. Secondo le nuove regole “si applica il regime sanitario di auto sorveglianza con l’esclusione dell’obbligo di indossare i dispositivi di protezione fino a sei anni“. Non vaccinati e non guariti a casa, non potranno accedere a scuola, come punizione.
Già a fine gennaio in Belgio è stata abolita definitivamente la DAD e non si ricorrerà più alle lezioni online a prescindere dai contagi, tenendo a casa solo i positivi e tutti gli altri in classe senza distinzioni.
In Italia, come ribadito dal Banchiere Premier, s’intende “limitare l’uso della didattica a distanza”. Limitare, non eliminare; il Governo infatti mette sopra ogni cosa la campagna vaccinale, anche davanti al diritto di istruzione, costringendo i bambini all’odiosa divisione tra immunizzati e non. I presidi si dicono soddisfatti: “queste misure vengono incontro alle esigenze delle famiglie“, ha dichiarato il presidente dell’ANP Antonello Giannelli.
La pandemia deve rimanere al centro dell’agenda; in questo modo si può andare avanti con l’esecutivo delle regole, sempre nuove e più complesse. I genitori sono nel caos, non fanno in tempo ad acquisire l’ultimo decreto che arrivano subito nuove disposizioni.
Un rigurgito di burocrazia irrazionale, quando basterebbe abolire la DAD per tutti. Invece il Consiglio Dei Ministri conferma la durata illimitata dell’infame marchio verde per chi ha tre dosi oppure due dosi più contagio, fino a quando l’EMA non deciderà qualcosa riguardo la quarta dose.
Intanto in Gran Bretagna e Danimarca l’infame marchio verde non serve più.