Doppio giro di COVID19

Per due volte mi sono ammalato di coronavirus, e curiosamente a distanza di due anni, nello stesso identico periodo di metà marzo; precisamente, nel 2020 la prima volta, nel 2022 la seconda.
In entrambi i casi mi sono ritrovato ad affrontare una malattia che corrispondeva praticamente ad un’influenza. A dire il vero la prima è stata una degenza un po’ più dura rispetto a quella provocata da una semplice influenza, nel senso che nel mio caso normalmente la febbre non arriva oltre i 37,5°, mentre nel 2020 questa soglia venne superata di un grado. Risulta evidente che non stiamo parlando nel mio caso di una malattia grave: non comparvero sintomi preoccupanti o tali da indurre all’ ospedalizzazione. A dirla tutta, proprio perché sul momento sembrava effettivamente si trattasse di una normale influenza, non mi resi nemmeno conto che mi ero ammalato di coronavirus. È stato solo rientrando al lavoro, a fine aprile, che me ne accorsi perché per poter riprendere l’attività lavorativa fui sottoposto ad un test sierologico, da cui si evinse la positività del mese prima.
Nel 2022 la malattia è stata ancora più blanda, forse perché il mio corpo aveva “memorizzato” l’esperienza precedente e si è fatto trovare preparato. Col risultato che la febbre ha raggiunto il valore minimo per essere definita tale, e si è fatta “accompagnare” da qualche indolenzimento muscolare. Tutto questo, per la durata complessiva di soli due giorni effettivi di malattia.
In entrambi i casi non ho dovuto ricorrere al medico, se non per comunicazioni varie. Mi sono limitato ad assumere un po’ di vitamina C, Lattoferrina, Immunaction… insomma, medicinali naturali e dall’ impatto benefico e attivo.
Questa è la mia esperienza personale e non può essere presa come punto di riferimento per chiunque si sia ammalato di coronavirus, specie per chi ha sofferto delle forme più gravi. Ma posso contribuire, statisticamente e non solo, ad inquadrare il coronavirus per quello che è realmente: cioè una malattia che nella maggioranza dei casi è solo un po’ più arcigna rispetto all’influenza, e tranquillamente curabile con le medicine e le terapie apposite, senza dover sfiancare la popolazione con campagne vaccinali che si rivolgono indiscriminatamente a chiunque.
(A., attivista CLP)