Obblighi sanitari e spazi inadeguati: note stonate al conservatorio di Pesaro

In questi due anni di storia pandemica in cui abbiamo visto diverse realtà distruggersi (relazioni, lavori, servizi) ovviamente non manca l’istruzione. Proprio in quest’ ultimo periodo il mancato interesse da parte delle istituzioni (in primis proprio quelle scolastiche) di coltivare l’intelletto e la curiosità nei giovani e di preoccuparsi di una sana istruzione per gli studenti è arrivato al culmine. Tra banchi distanziati, viso sempre coperto dalle mascherine e lezioni a distanza il Conservatorio Rossini di Pesaro ci dà un altro esempio di quello che è diventata l’istruzione oggi. Palazzo Olivieri, sede del conservatorio, ha bisogno di un intervento di ristrutturazione da diversi anni. Quest’anno sono arrivati i fondi per realizzare i lavori, che sono iniziati a gennaio 2022 e sono previsti fino al 2026 sacrificando così le attività didattiche e affini, già rese difficili dalla situazione pandemica. Alcune aree della struttura sono state rese inagibili diminuendo il numero di aule disponibili per sostenere le lezioni, senza preventivare delle soluzioni alternative per permettere agli studenti di proseguire l’anno accademico in tranquillità. Gli studenti faticano a organizzare prove di musica d’insieme, alcuni non riescono a seguire le lezioni in presenza causa la ridotta capienza delle aule, addirittura altri si trovano a fare le lezioni di strumento nei camerini dell’Auditorium Pedrotti, chiuso, purtroppo, da molto tempo. Studenti e allievi dell’istituto hanno finito la pazienza e si sono riuniti in protesta davanti al conservatorio per fare sentire la loro voce; lo scopo è di ottenere un incontro con le istituzioni competenti: “Desideriamo instaurare dialogo costruttivo per individuare uno stabile alternativo che accolga gli studenti del Conservatorio”.