
Alzi la mano chi non è d’accordo con queste affermazioni:
– il mondo e gli esseri viventi sono espressione di una natura divina superiore e completa;
– contenuto in ogni essere umano vi è un Sé Superiore, che è la manifestazione della natura divina superiore e completa;
– questo Sé Superiore può essere risvegliato e può divenire il centro della vita quotidiana dell’individuo;
– questo risveglio è lo scopo più alto dell’esistenza di ogni vita individuale.
L’essere umano è incapace di guardare oltre (Dio, anima, invisibile, mistero, sacro), ma fin dalle sue origini è alla ricerca di qualcosa che dia un senso alla sua esistenza. L’idea di spiritualità riguarda i valori dello spirito, il mondo dei sentimenti, dell’immaginazione, delle credenze, della divinità.
La società contemporanea è una società atomizzata e secolare, che non va oltre i suoi angusti confini, al di là dei quali non esiste nulla, tantomeno Dio e l’anima immateriale e immortale. Essa si è svuotata del divino; la spiritualità è stata espulsa; le credenze, le religioni sono state distrutte.
Molti invocano un nuovo umanesimo, partendo da quella che ci sembra essere l’essenza dell’umanità: “Conosci te stesso”, cioè: chi sono io? Cosa è la persona? E qual è il senso della vita e del suo futuro?
Ebbene, di questi alti concetti, dai quali ogni persona senziente non dovrebbe prescindere per progettare il futuro, nel libro di Klaus Schwab non sentirete parlare. Mai. Mai un accenno, un presupposto, un desiderio. Niente di niente.
La sfera umana, i rapporti sociali volti ad una società che tuteli la vita e che incoraggi lo sviluppo del Sé personale in armonia col tutto sono concetti che sono in piena antitesi al contenuto di La Quarta Rivoluzione Industriale.
Quello che l’autore propone è la fusione di diverse tecnologie e l’interazione fra il dominio fisico, digitale e biologico dell’uomo. Immagina e ci descrive tante fantastiche agevolazioni alla nostra vita, frutto delle tecnologie più avanzate, oggi allo stato più che sperimentale. Ci dice che per noi si apriranno infinite possibilità di sviluppo (soprattutto nel digitale), che potremo fare questo e quello. Il problema, per lui e per noi, è che sovente il suo entusiasmo lo tradisce al punto di spiattellare al lettore scenari apocalittici col reale rischio che questi si ponga la domanda: ma questo Klaus Schwab si è chiesto cosa possa comportare per noi – il popolo – questa situazione?
Noi ce lo siamo chiesti e vorremmo che anche voi lo faceste.
Eccovi, quindi, alcuni dei 23 punti di svolta, riportati dal testo.
1 – Tecnologie impiantabili (pag. 146)
Il Libro recita: Tatuaggi intelligenti e altri chip esclusivi potranno aiutare nell’identificazione e nella localizzazione. I dispositivi impiantati, in un certo modo aiuteranno anche a comunicare pensieri normalmente espressi in forma verbale per mezzo di uno smartphone interno e, possibilmente, pensieri non espressi o stati di umore tramite la lettura di onde cerebrali e altri segnali.
Con tutta la disinvoltura del mondo, lo zio Klaus immagina che ogni essere umano:
– abbia fatto un tatuaggio intelligente;
– abbia impiantato nel suo corpo il sistema cablato di uno smartphone interno;
– voglia farsi identificare e farsi localizzare in ogni momento;
– voglia comunicare non con la parola, come ha stabilito il buon Dio, ma con uno strumento interno;
– accetti che i suoi propri pensieri e i suoi umori siano estrapolati e letti da altri a loro piacimento.
Domande:
– tali impianti saranno realizzati in maniera coercitiva, condizionata o libera?
– cosa proverà che tali impianti saranno dannosi per la salute?
– in cambio di cosa gli individui vorranno farsi localizzare e spiare in qualsiasi momento?
– a cosa servirà il controllo – e di chi – sulle persone?
8 – L’internet delle cose e per le cose (pag. 166)
Il Libro recita: Ogni prodotto fisico (anche animali) potrà essere collegato ad una infrastruttura di comunicazione ubiquitaria e i sensori permetteranno che le persone percepiscano il proprio ambiente di forma integrale.
Con la stessa disinvoltura di prima, lo zio Klaus immagina che:
– ogni essere vivente sia in qualche modo taggato;
– esista una infrastruttura di comunicazione ubiquitaria;
– le persone percepiscano il proprio ambiente in maniera diversa da come il buon Dio ha deciso, ossia con i sensi.
Domande:
– sulla questione dei sensori spari ovunque, che legame c’è con il termine “identità digitale” per “transazioni sicure”?
– chi controllerà e gestirà l’infrastruttura di comunicazione ubiquitaria?
– quale raggio d’azione avrà tale infrastruttura?
– quale impatto avrà il mondo virtuale nel condizionare con le sue regole il mondo reale?
11 – Big data e le decisioni (pag. 175)
Il Libro recita: Oggi esistono più dati sulle comunità come mai nella storia, la capacità di comprendere e gestire questi è sempre in miglioramento, i governi potrebbero utilizzare i grandi volumi di dati per automatizzare i propri programmi e incontrare nuove forme per servire i cittadini e i clienti.
Nemmeno stavolta lo zio Klaus perde l’occasione di maneggiare maldestramente temi delicati per gli esseri umani, immaginando che:
– sia normale e giusto profilare in maniera invasiva ogni comportamento degli utenti del web;
– sia opportuno creare sistemi predittivi in relazione al comportamento reale e virtuale delle persone umane;
– sia utile dare ai governi tali informazioni sui cittadini.
Domande:
– come le persone riusciranno a tutelare la loro privacy senza farsi influenzare nel loro comportamento?
– chi e come stabilisce che i programmi governativi fondati sui dati estrapolati dal web siano vantaggiosi per i cittadini?
– come i governi tratteranno chi non si conforma ai suoi programmi?
– vivremo in un ambiente pieno di sensori, telecamere, AI e software di riconoscimento facciale?
– come i cittadini riusciranno a sovvertire un sistema di potere se avranno un controllo così pervasivo?
– nota della Redazione: avete mai letto il libro “il capitalismo della sorveglianza” di Soshanna Zuboff?
Trasuda da ogni riga del libro la funzione del popolo nel ruolo di consumatore-controllato (che acquisterà praticamente tutto da remoto) e quello della grande industria quale centro di profitto-controllore (leggi: i beneficiari saranno innovatori, investitori e azionisti), che a sua volta relega le istituzioni democratiche a mero osservatore ed esecutore di quanto deciso dalle multinazionali. Lo zio Klaus non fa trasparire il suo continuo invito a smettere di opporci alle imprese che traggono profitto dallo sfruttamento e dalla vendita di informazioni su ogni aspetto della nostra vita personale. Predica la fiducia nei dati e negli algoritmi utilizzati per prendere le decisioni, sottolineando che le preoccupazioni dei cittadini in merito alla privacy e all’accertamento della responsabilità nelle strutture aziendali e legali necessiteranno di un adeguamento del loro pensiero. In altre parole, secondo lo zio Klaus, per attuare la Quarta Rivoluzione Industriale serve creare ed adattare una narrazione necessaria (vi dice niente la campagna dei media sul COVID19 e sul conflitto ucraino?) per evitare una reazione popolare contro i cambiamenti fondamentali che lui ha già pianificato.