Uno sguardo sul nuovo Mein Kampf – Parte 3/3


La parte finale della recensione del libro di Klaus Schwab La Quarta Rivoluzione Industriale intende focalizzarsi su alcune affermazioni fatte dall’autore, con l’invito per il lettore a pensare “dualmente”, ossia a cercare di vedere l’altro lato nascosto della situazione che l’autore descrive. Non si tratta di un atteggiamento perverso orientato al volgare complottismo che fa la gioia dei fact-checkers, e neppure alla volontà di stravolgerne il pensiero. Il nostro giudizio su di un lavoro edito in tempi non sospetti – per il popolino – non può prescindere da tutte le dichiarazioni che Zio Klaus ha rilasciato nel frattempo agli eventi ufficiali del Forum di Davos, oppure dalle interviste rilasciate ai suoi giornalisti leccapiedi o anche dai video rubati nelle sue attività di sponsorizzazione del Grande Reset.

In un’ottica di interpretazione stensiva, è appunto impossibile separare quanto scritto nel 2015 da quanto dichiarato negli anni seguenti, soprattutto alla luce degli ultimi due anni di cinema COVID19, durante i quali il Nostro ha gustato la luce della ribalta come campione del Great Reset.

Il suo delirio va dai lavori suscettibili ad essere informatizzati nei prossimi 10-20 anni (tradotto: tanta gente perderà l’impiego e sarà costretta a dipendere dai sussidi governativi) al primo farmacista robot (tradotto: per ogni valore fisico fuori scala un robot ci prescriverà – imporrà? – il farmaco giusto), passando da nuovi meccanismi di tassazione per la blockchain (tradotto: tutte le tue ricchezze saranno monitorate e bloccate, dovesse servire), per finire con la nascita del primo essere umano il cui genoma sia stato direttamente e deliberatamente editato (tradotto: Dio si può fare da parte) e con la memoria totalmente artificiale impiantata nel cervello (tradotto: totale disumanizzazione dell’essere vivente chiamato uomo). Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che laddove si trova la parola “Smart” la vittima siamo noi.

Non è possibile rimanere indifferenti allo stupro della persona umana offerto in nome del profitto delle grandi aziende, oltretutto esposto in maniera così asettica.

Ricordiamo la storia del Forum di Davos, del Great Reset e di tutti i lavori delle varie commissioni e clubs dell’élite mondiali resi pubblici. Non ci deve stupire il disprezzo che essi nutrono per la grande massa, definita come composta da Mangiatori Inutili, indegna di vivere, appunto perché inutile ai loro fini e per di più dispendiosa. Questi filantropi hanno coniato questo termine di denigrazione contro le vittime che loro stessi derubano di continuo, sublimandolo col video “Benvenuti nel 2030. Non possiedo nulla e sono felice”.

Le persone sono classificate come “mangiatori inutili” se non soddisfano una certa capacità produttiva nella società definita dagli oligarchi. Per loro, la produttività significa la capacità di realizzare un profitto per le classi dominanti.

Sulla premessa di base della non produttività così definita, i “mangiatori inutili” possono essere identificati dall’elenco seguente: pensionati, portatori di handicap, ricoverati in ospedale con supporto vitale cronico, disoccupati, persone con problemi mentali, dissidenti e indesiderabili. Fatevi la domanda: come hanno trattato, i Governi, queste categorie di persone negli ultimi decenni?

Non ci siamo ancora arrivati, ma è lì che siamo diretti: si chiama totalitarismo patologizzato globale.

Se leggete il libro con questi occhiali riuscirete a vedere cosa si cela dietro alla Matrix dello Zio Klaus, come fosse un sacco di numeri verdi dietro uno sfondo nero che formano la ragazza col vestito rosso.

Con questo libro apparentemente innocuo la globalizzazione ci mostra il suo volto oscuro, ma, tranquilli: con probabilità, tutto questo era programmato da decenni.

Come aveva previsto Aldous Huxley 60 anni fa: “Ci sarà, nella prossima generazione o giù di lì, un metodo farmacologico per far amare alla gente la propria servitù e produrre una dittatura senza lacrime, per così dire, producendo una sorta di campo di concentramento indolore per intere popolazioni che si vedranno tolte le libertà, ma addirittura ne saranno felici“ (Berkeley Language Center, 20 marzo 1962).

Per questo, non fatevi coinvolgere alle loro condizioni e non permettere che vi spingano ad accettare le loro premesse. Una volta che vi hanno risucchiato nella loro narrazione, hanno vinto. I forever-vax, i pro-vax, gli all-vax ne sono una triste dimostrazione, così come lo sono quelli che tengono oggi la bandierina dell’Ucraina osannando il possesso dell’infame marchio verde.

Forse non riuscirete a cambiare le loro convinzioni, ma il vostro esempio potrebbe aiutare altri “Nuovi Normali”, la cui fede sta vacillando, a iniziare a riconoscere ciò che è stato fatto alle loro menti e a rompere con il culto.

Quindi, per favore, voi lettori parlate con tutti i vostri conoscenti. Chiamate le cose che vedete con il loro nome. Affrontate chiunque nella vostra vita, non abbiate paura, nonostante dicano a voi e a loro stessi che stanno cercando di aiutarti a “tornare in te” o a “guardare la verità” o a “fidarti della scienza”.

Rinfreschiamoci tutti il pensiero del Gruppo dei 30, in un volume firmato anche dal migliore Mario Draghi, sulla bellezza della «distruzione creativa» delle economie nazionali. Gli oligarchi di Davos vi impoveriranno, vi faranno delirare, vi fiaccheranno, così da farvi accettare qualsiasi cosa, la fine dei vostri diritti, del giusto compenso per il vostro lavoro, il potere sempre più accentrato in una tecnocrazia italiana come quella attuale. Da lì in poi daranno il via al Grande Reset, oltre che sociale, anche biologico e perfino psicologico, ossia ad un processo di demolizione controllata, perpetrata con l’aiuto dei politici che avete votato e a cui pagate lo stipendio.

Demoliranno questo nostro Paese, le nostre fabbriche, le nostre famiglie. Demoliranno l’essere umano.

Concludendo: è questo il mondo che noi desideriamo o che loro desiderano per noi?