La battaglia sul Biolaboratorio

Memoria per il contrasto al laboratorio – Pesaro 06.03.2023

Innanzi tutto, va premesso che questa non è una contestazione contro l’Istituto Zooprofilattico nato a Pesaro negli anni 60 e presenti in Italia già agli inizi del secolo scorso, che sono stati e sono tuttora utilissimi alla società, in quanto fautori di controlli, diagnosi e necroscopie che ci salvaguardano da tante malattie anche pericolose, che potremmo acquisire nutrendoci di alimenti contaminati da batteri e parassiti.

Il problema sta nella decisione, di utilizzare la rete italiana dei laboratori zooprofilattici, per farne tanti laboratori di livello BSL3, ossia un grado inferiore alla sicurezza del laboratorio di Wuhan che è BSL4 ma che, pur  essendo ancor più sicuro dei BSL3, a causa di un imprevisto incorso lì dentro, è responsabile di tre anni di sconvolgimenti sanitari ma anche costituzionali, e di tante sofferenze e di tante morti.

Il 24 ottobre 2022 la consigliera comunale del Gruppo misto di minoranza di Pesaro, Lisetta Sperindei, ha votato contro la delibera che decideva l’alienazione e vendita a favore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale  “Togo Rosati” con sede a Perugia, di 12.230 mq di terreno, da unire ai 2.980 mq acquistati nel 2018, per costruirci sopra un laboratorio in cui fare manipolazione e sperimentazione in vivo e in vitro di agenti virali pericolosi per la salute animale e dell’uomo in condizioni di massima sicurezza e contenimento biologico; inoltre si programmava la realizzazione di stalle contumaciali per la stabulazione di grandi e piccoli animali, in grado di garantire misure di bio-contenimento e bio-sicurezza nei confronti di agenti infettivi. A parte un consigliere della Lega che si è astenuto, tutti gli altri hanno votato a favore.

Particelle catastali

Un articolo di giornale

Anche se successivamente il direttore Generale dell’IZSUM ha ridimensionato, a voce, il programma che intende portare avanti in questo laboratorio – di cui ancora manca comunque il progetto – dichiarando che non si faranno manipolazioni né sperimentazioni ma solo stallaggio per animali “problematici” tipo “Spallanzani degli animali”,  non è comunque prevista una nuova delibera, come richiesto  dalla consigliera L. Sperindei anche nella seconda commissione monotematica effettuata il 7 febbraio 2022, che cancelli la precedente delibera per attenersi alle nuove previsioni operative, fra cui l’offerta del direttore Generale dell’IZSUM di lasciare alla cittadinanza parte del terreno per istituirci un canile dinamico, uno sgambatoio, un ambulatorio veterinario ed un cimitero con annesso inceneritore.

I problemi nei confronti di questa vendita e di questo laboratorio sono molteplici: la zona è completamente sbagliata data la vocazione turistica/sportiva/commerciale/culturale/ricreativa del quartiere; ci sono ristoranti, cinema, palestre, centri commerciali, ed è molto frequentata dai cittadini pesaresi, ma non solo; con la Vitrifrigo Arena che gestisce sia eventi sportivi che culturali di spessore vario, dal recente concerto del 23 febbraio dei Maneskin alle opere del Rossini Opera Festival, è un territorio molto utilizzato; inoltre, sia per la  vicinanza al casello autostradale che per un tratto stradale molto usufruito per entrare in città, la viabilità è spesso  congestionata, e non è certo il caso di aumentare ulteriormente il carico della  mobilità. In questo quartiere, inoltre, ci sono parecchi condomini con giovani famiglie e bambini piccoli, freschi di contratti di mutuo per l’acquisto dell’abitazione, e in questo laboratorio vedono la causa di un forte decremento di valore della loro proprietà.

A questo va aggiunta la preoccupazione sanitaria; il fatto che  a due passi da tanta movimentazione di persone, si possano svolgere delle attività a rischio durante le quali potrebbe accadere anche  una fuga di agenti  virali pericolosi,  come accaduto a Wuhan, che ancora ci trasciniamo dietro, date le  restrizioni per  gli ingressi nelle RSA e negli ospedali, bene tutto questo non ci può tranquillizzare, checchè ne dicano gli “esperti”.

Un altro punto negativo risiede nel fatto che, chissà come mai, questi laboratori li fanno sorgere sempre accanto a dei fiumi; questo di Pesaro è vicinissimo ad un’ansa del fiume Foglia e, aldilà dei dubbi sullo sfruttamento  che farebbero di questa vicinanza, c’è proprio il pericolo rappresentato dalle inondazioni, visto che il suddetto terreno è più basso rispetto al colmo arginale del fiume, il che vuol dire che se si rompesse l’argine in prossimità di quel punto, il laboratorio si ritroverebbe allagato, con evidenti difficoltà per chi ci si trovasse dentro, sia uomini che animali.

Ultimo grande temporale a Pesaro
Il terreno visto da lontano

Ultimo grande temporale a Pesaro
Il campo CRI

Aggiungiamo che trattasi di zona sismica.

Aggiungiamo che tendono ad intimorirci incolpando ogni evento calamitoso ai cambiamenti climatici, ma qui stranamente non se ne preoccupano.

Per concludere , va aggiunto che nei Piani di Rischio della Protezione Civile locale, non sono previsti i piani NBC, ossia Nucleare, Batteriologico e Chimico, quindi un eventuale disastro legato alla fuga di virus e batteri pericolosi, troverebbe la città completamente impreparata.

La consigliera L. Sperindei

Un attivista

Il 14 febbraio 2023 la cons. L. Sperindei ha inviato un’istanza al Comune, ai consiglieri ed a numerosi indirizzi istituzionali  per chiedere al primo  la revoca in autotutela della delibera del consiglio comunale del 24 ottobre 2022, ed agli altri uffici istituzionali un controllo sui vari punti contestati, dalla  rilevante  carenza di valutazione sotto il profilo sanitario di sicurezza pubblica, della salubrità dell’opera e dell’impatto ambientale, alla carenza di istruttoria rispetto alla mancata valutazione del rischio idraulico per esondazione, ad accertamenti sul profilo di responsabilità erariale, ecc.

Il 21 febbraio 2023, il comitato già attivo per raccogliere le firme per una petizione da presentare al sindaco, ha inviato un Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica per chiedere anch’esso  l’annullamento del contratto e la condanna al pagamento delle spese onorarie.

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