Ospedale Nuovo: parte 2

Argomento: Ospedale Nuovo – Votazione per l’accordo di Programma concordato dall’amministrazione pesarese con il Presidente della Regione Marche dott. Acquaroli e con l’Asur Marche, per la costruzione del “Nuovo Ospedale di Pesaro”.

La zona scelta resta quella di Muraglia, o per meglio dire Montegranaro, in cui vi sono fonti sorgive a suo tempo preziose per i contadini locali e che suppongo siano le medesime che confluiscono nello spazio adiacente a via Barsanti. Fonti che vengono definite “interferenze idrogeologiche” nell’Accordo di Programma e questo è un problema che spetterà alla Regione risolvere, affinché il Comune di Pesaro possa costruirci sopra il parcheggio del Nuovo Ospedale. Dunque non si parla più di Ospedale Unico, ma di Nuovo Ospedale. Posti letto quasi dimezzati (377 anziché 630) ed edificazione fortemente ridotta; si rinuncia allo strumento del Project Financing ed i costi verranno sostenuti quasi interamente dalla Regione. Ormai il progetto va avanti, anche se sarà uno sconvolgimento per i servizi già esistenti nell’ospedale di Muraglia, in quanto questi verranno sparpagliati su altre strutture, ancora non tutte decise, anche fuori Pesaro. Ho fatto presente il disagio che soffriranno gli abitanti della zona e non solo loro, visto che la strada della Bettola è piuttosto sfruttata da tutti i Pesaresi, sia in direzione mare che in direzione sud: “Che accadrà quando si muoveranno i mezzi pesanti del cantiere sulla Flaminia? Per non parlare delle polveri causate dall’abbattimento degli edifici presenti, che si riverseranno sul quartiere”.  Sono pianificati 300 parcheggi, ad uso anche degli abitanti, ma in tutta sincerità mi sembrano tanti, per cui ho dichiarato che sarebbe stato meglio programmarne di meno e riservare un piccolo spazio ad un parchetto alberato che avrebbe arricchito l’aria di ossigeno e sarebbe potuto servire come area di ristoro per parenti dei ricoverati. Inoltre questi nuovi parcheggi nascerebbero al limite del quartiere, che ne è già dotato, e non credo che sarebbero in tanti ad usufruirne in quanto situati lontano dalle abitazioni per la posizione in cui si trova via Barsanti. Ovviamente la mia proposta arriva a giochi fatti, dato che non sono nella commissione che ha gestito il tema dell’ospedale e quindi le mie conoscenze in proposito sono molto limitate, ma nessuno ha replicato dicendo che un parco è già previsto e penso che, se la volessero prendere in considerazione, il modo di realizzarla ci sarebbe. Siccome da più parti si è levata la voce dei consiglieri per dichiarare soddisfazione per questo nuovo ospedale che secondo loro sarebbe invocato dai Pesaresi da tanto tempo, addirittura vent’anni, mi sono permessa di dire che i cittadini vorrebbero medici che li curino, piuttosto che un nuovo ospedale; io stessa ho avuto necessità di andare al Pronto Soccorso, ma dopo tre ore di attesa mi sono arresa e sono tornata a casa senza aver avuto il piacere di veder comparire un medico e, aggiungo qui, nonostante la sala d’attesa vuota.

Conclusione: mi sono astenuta dal votare, anziché votare contro, visto che il cubaggio si è ridotto di molto e che c’è stata la rinuncia all’utilizzo del Project Financing, contro il quale a suo tempo, come M5S, avevamo organizzato delle conferenze sia a Pesaro che a Fano, con relatore l’ingegnere Ivan Cicconi (esperto di questo strumento finanziario) che spiegava come fosse inadatto ad essere usato in caso di strutture sanitarie pubbliche, per i costi esagerati ed i rischi economici che avrebbe comportato per l’amministrazione pubblica e quindi per i cittadini.

Per chiudere: entro settembre del 2024 tutte le strutture presenti sul posto dovranno essere state sgomberate per permettere l’avvio dei lavori. Lo scrivo anche qui, come già dichiarato in consiglio comunale. Spero di sbagliarmi sulla inopportunità di costruire il Nuovo Ospedale a Muraglia, perché alla fine per me conta che risponda bene alle necessità dei cittadini, e non il poter dire: “Io l’avevo detto”.

Lisetta Sperindei – Consigliera comunale di Pesaro – Gruppo misto di minoranza

Non lasciate ogni speranza, voi ch’entrate

Un Weekend come un altro, Un giorno come un altro, una sera come un’altra… la nonna inciampa e cade sul fianco destro.

La nonna, 92 anni, piccolina ed esile, tanto minuta che forse sarebbe bastato uno starnuto per sbriciolarla ed in invece nemmeno una caduta l’ha incrinata. Infatti, nonostante l’urto aveva solo un livido, notevole ma pur sempre un livido. Insomma, a chi non apparirebbe un ematoma dopo una caduta?  Sta di fatto che facciamo passare il weekend ed in questi tre giorni la nonna viene medicata da noi familiari, pomate per il dolore, argilla per sgonfiare…

Lunedì chiamiamo il medico, viene a casa e per sicurezza ci consiglia di fare delle lastre per vedere se ci sia qualche emorragia o qualche frattura. Noi, per chiarire, nei giorni passati la nonna non l’avevamo mossa più di tanto poiché al di là del braccio dolorante, non dava alcun segno grave di qualsiasi genere. Visto che però è una richiesta del medico, abbiamo ritenuto opportuno fare ciò che ci ha consigliato.

Il dottore Chiama l’ambulanza, per farla portare via. Da qui iniziano le comiche (per non piangere).

Si parte, noi dietro all’ambulanza. Ansia, timore. La mamma che: “Chiama l’avvocato, chiama l’avvocato che io lo so già! Ah io chiamo i carabinieri, Ah io faccio un casino” Insomma potete immaginare… famiglia di non vaccinati, nonna non vaccinata… ti devi preparare se non armare! Nel mentre l’avvocato ci rassicura dicendo che, se non ci avessero permettessero di entrare, basta dire la magica frase “CHIAMO L’AVVOCATO”, un po’ come APRITI SESAMO o BIDIBODIDUBU ed entri pure Tu!

Si perché la normativa prevedeva che potevano entrare solo i pazienti, l’accompagnatore NO, anche se tesserato col triplo timbro! In ogni caso, la mamma riesce ad accompagnare la nonna e resta con lei per tutto il tempo (sia chiaro si può accompagnare basta dire la parola magica).

Sempre per la normativa la nonna viene messa in una stanza a parte perché appunto non ha il timbro. E tanto meglio! Sapete perché? Perché nell’atrio principale ci sono almeno-almeno una decina di persone che stanno malissimo, per di più anziane (ricordiamo, tutti sierizzati), ma almeno lei è nella sua stanza, in compagnia e senza bavaglio.

Messa nel privè, iniziano le assurdità…

  1. Arriva l’infermiere con due tubicini: “ah respira male, devo metterle l’ossigeno”. Mamma: “Forse respira male perché le avete messo la mascherina, se gliela levate…“ – tira giù la mascherina alla nonna – “Forse respira meglio, vede?” Infermiere: “Ah ok… e con questi (i tubicini) cosa ne faccio? Ah vabbè li butto via dai”. E noi lì a non capire questo gesto… ma vabbè.
  2. Dopo un bel po’ di tempo, arriva l’addetta all’accettazione, le fa mille domande “Ma è solo caduta? Non è che ha battuto la testa?”. Dice, mentre gliela tocca. Naturalmente stessa cosa anche quando arriva, finalmente, il medico, che in più domanda di che medicine faccia lei uso (dando per scontato che la nonna ne faccia uso). La nonna, che fortunatamente è lucida risponde di no, sia alla botta in testa che all’uso di farmaci, anche se queste domande le sono state poste almeno 10 volte…
  3. Il medico va via, torna dopo un bel po’ e ci spiega che per fare la lastra bisogna fare il tampone; Sapendo che ci si può rifiutare, stavamo optando per il no. Ma il medico ci spiega che se decidiamo di non farlo, la nonna sarebbe considerata come positiva (al Covid ovviamente) e quindi che dovrebbe aspettare che passino prima TUTTI gli altri e poi farebbero entrare lei (dopo aver sanificato tutto). ll pensiero che doveva aspettare lì minimo altre 8 ore, stanca e affamata, la nonna interviene e chiede di fare il tampone perché vuole tornare al più presto a casa.
  4. Naturalmente mia mamma sta filmando tutto, anche se ci hanno chiesto di non farlo sostenendo che sia illegale. In risposta affermiamo che si devono preoccupare dato che la legge dice tutt’altro. Fanno il tampone, passano almeno 20 minuti se non di più, ringraziando Dio è negativo. Vanno via, tornano dopo un po’ e la portano a fare le lastre… la mamma li segue, dalla stanza la mamma sente che le rifanno queste mille domande: “è sicuro che non è caduta?” “sta bene?”. Un po’ troppo insistenti non credete?
  5. Torna in sala d’attesta, un’altra mezzora buona per attendere l’esito… e qui, il verdetto!

“Ah la signora ha la spalla rotta e va operata d’urgenza, il ricovero va fatto poi ha la saturazione bassissima, poi ha il bacino fratturato non si potrà più alzare.”  Le abbiamo fatto anche le ecografie ha la vescica piena va messo il catetere…” Noi ci guardiamo in faccia e chiediamo un momento, il medico va via ed allora la mamma si fa vedere sempre più “incazzata”, parla al telefono in tedesco sperando di suscitare timore.

Noi abbiamo già deciso ovviamente di non lasciarla lì.

  • Torna il medico, torna con le lastre… la spalla diventa stranamente lussata e non più rotta ma che comunque serve il ricovero, avendo dei valori bassi, e che va operata lo stesso. Parlando, troviamo la scusa che l’indomani la vogliamo portare in una clinica privata e quindi se si può trasferire, dicono di sì. Aspettiamo un’altra quarantina di minuti l’ambulanza, che l’avrebbe riportata a casa.
    Aneddoto comico, la nonna essendo lucida e vigile dice da sola di voler andare a casa, deve quindi firmare le dimissioni… sdraiata nel letto, arriva il medico col foglio e una penna, come fa a firmarlo? Semplice, diamo la schiena dell’infermiere! La penna non va, la seconda penna non va, ne prende un’altra e non va… alla fine storta ma sta firma riesce a farla. Portare comunque un qualcosa di rigido era troppo complicato, ed avere una penna che scrive non ne parliamo proprio infondo sappiamo che hanno tagli su tagli… POVERINI!
  • Arriva l’ambulanza… per non si sa quale ragione i paramaedici dicono alla mamma che può salire con la nonna: “Si sì, noi adesso usciamo fuori dall’ingresso e poi nel parcheggio sale”. La mamma ne approfitta e si impone anche sulla mascherina – “La mascherina però non gliela mettete visto che ha il tampone negativo” e loro: “Eh dai va bene, ma la metta solo in questo pezzettino che ci sono le telecamere”. Mia mamma chiede anche se poteva metterle la coperta, quella che aveva nella stanza, visto che ormai è notte inoltrata e fa freddo. Rispondono di no,  perché:  “Può essere infetta dal covid [la coperta]”.  Allora mamma mette alla nonna il suo cappotto, il quale era nella stessa stanza della coperta “infetta”.
  • Naturalmente hanno consigliato di usare il paracetamolo per alleviare il dolore.

Al solo pensiero di questa esperienza mi vengono i brividi: non c’è stata un’azione, una frase che hanno fatto/detto, di cui io non abbia dubitato… morale della favola? Facciamo vedere le lastre a dei fisioterapisti, risposta “Ma io qui non vedo nulla di così grave da operare!”.

Consultiamo anche il medico che l’ha visitata e che ci ha consigliato di portarla per le lastre, le sue parole: “Io, anche se avesse avuto qualcosa di rotto a 92 anni non l’avrei mai fatta operare!”

Insomma, la nonna a casa è stata controllata e accudita dalla sua famiglia, tanto che alla fine riusciva ad alzarsi e fare qualche passo, alla faccia del “non si potrà più muovere, dovrà stare fissa a letto”. Tutti ci hanno ricordato che se l’avessimo lasciata lì in ospedale, noi non l’avremmo MAI più rivista, sicuramente sarebbe servita a fare numero… insomma una 92enne, vecchia, caduta… a chi non farebbe gola?

Dopo tutto questo trambusto, la nonna ha fatto un mesetto e mezzo di super ripresa e guarigione!! Insomma, stava alla grande nonostante tutto. È potuta stare con noi fino alla fine, poi però ha dovuto lasciarci, qualche giorno fa si è addormentata per sempre. Nel suo letto! In casa sua! Con la sua famiglia! Ma soprattutto sana!

Doveva andare così. Ma almeno siamo con la gioia nel cuore perché ha vissuto l’ultimo peridio della sua vita in serenità, ha potuto avere un degno funerale, senza tessera e senza mascherina. Qui non possiamo che mandare un abbraccio forte a tutti coloro che non hanno potuto vedere i loro cari e non hanno potuto neanche renderli omaggio. Noi, nella sfortuna di questa perdita, siamo stati sollevati da questo peso. Nei nostri pensieri crediamo che forse era destino, per aver un momento di pace, perché sappiamo tutti che a breve ricominceranno.

Il long covid all’ospedale

“Vada via! Lei non può stare qui!”. Faccio un passo per salutare mia madre che si ricovera in ospedale a seguito di una frattura scomposta e… “vada via! C’è il covid!”. Vengo allontanata dall’infermiera urlante in malo modo senza che mi vengano date indicazioni sull’organizzazione del reparto di degenza. A quel punto in modo scocciato chiedo come fare per avere notizie di mia mamma e per andarla a trovare: mi rispondono dicendo di chiamare la mattina al numero di telefono che c’è sulla porta d’ingresso e che avrei avuto dalla caposala tutte le informazioni. L’indomani mattina la caposala mi riferisce che è possibile far visita agli ammalati solo un familiare al giorno per un’ora con green pass da terza dose oppure con tampone effettuato entro le 48 ore precedenti, stessa modalità anche nel giorno dell’intervento, e che avrei potuto avere notizie solo telefonicamente dal medico di reparto. All’interno dell’ospedale per i visitatori non vi era nemmeno la possibilità di usufruire dei servizi igienici perché chiusi a chiave sempre per causa covid.

Durante la visita ospedaliera mia mamma mi ha riferito di essersi sentita abbandonata e sola, il personale si recava da lei per soddisfare i suoi bisogni ma in modo veloce e fugace; quello che è mancato a mia mamma è stato poter parlare con qualcuno e trascorrere il tempo in modo più sereno e poter esprimere i propri timori e paure di quello che avrebbe dovuto affrontare durante la degenza e dopo. Forse qualcuno può pensare che questo sia successo a marzo del 2020 in piena emergenza sanitaria, invece no è successo ad aprile 2022 ben due anni dopo quando ormai il covid dovrebbe essere affrontato diversamente. Come familiare visitatore di un ammalato in ospedale ho provato sentimenti di smarrimento, insicurezza e rabbia e questo mi ha fatto nascere delle riflessioni e domande. Infatti non riesco a capire come mai tutta questa attenzione alla vaccinazione, al tampone, alla mascherina, ai guanti e al camice da indossare per entrare in ospedale se poi l’accesso mi viene limitato soltanto a un’ora; forse tutte queste attenzioni non servono, o forse sono del tutto inutili? Perché il personale vaccinato del volontariato può intrattenersi con i pazienti e un familiare solo a scadenza? Dov’è finito l’aspetto umano, l’accoglienza dei pazienti e della famiglia affinché anche l’aspetto psicologico, emotivo e sociale sia punto di forza e non di ostacolo per la guarigione e il rientro al domicilio? Forse non era tutto perfetto neanche prima del covid, ma se per risalire prima bisogna toccare il fondo, in futuro potremo solo migliorare.

Testimonianza di A.

Ospedale Nuovo: parte 1

Al consiglio comunale monotematico del 4 maggio a Pesaro, che non includeva nessun tipo di votazione, alla presenza del Presidente della regione Marche Acquaroli, si doveva parlare del nuovo ospedale e della sanità marchigiana. Argomenti dibattuti già in passato, con le solite recriminazioni e tante parole, ma nel frattempo la sanità è sempre peggiorata. Consapevole di passare per “diversamente intelligente”, quando è stato il mio turno di prendere la parola, ho voluto comunque esprimere le “mie” argomentazioni che, sintetizzando sono state: “1) Mi ha stupita che, pur essendo in una situazione sanitaria grave a causa della pandemia, nel PNRR diffuso il 30 aprile 2021 la Missione Sanità è stata inserita all’ultimo posto nelle sei Missioni elencate e con il fondo economico più basso rispetto agli altri. Strano, no?  2) Ci si lamenta che mancano i medici, ma nel corso di Medicina c’è tuttora il numero chiuso (in realtà camuffato con borse di studio molto limitate, il che facilita l’accesso a chi appartiene a famiglie abbienti e lo impedisce a chi non ha disponibilità economiche). Perché? Da chi dipende? Perché teniamo sospesi i medici non vaccinati, visto che ci mancano, mentre in vari tribunali in giro per l’Italia, l’ultimo quello di Padova, ci sono sentenze che hanno smontato accuratamente l’efficacia del Green Pass, dei vaccini, e delle restrizioni messe in atto contro il Covid? Perché pensiamo di sostituire i medici non vaccinati con quelli ucraini, quando dovremmo mandare i nostri, se ne avessimo, ad assistere gli ucraini, dato che con la guerra in corso ne hanno bisogno più di noi? 3) Visto che oltre a Camilla Canepa, altri ragazzi sono deceduti dopo la vaccinazione, e che a pag. 47 del Rapporto Annuale dell’Aifa sulla sicurezza dei vaccini anti-Covid sono elencate le possibili reazioni avverse, come miocarditi e pericarditi soprattutto nei giovani maschi, ed inoltre paralisi facciali, anafilassi, parestesie, eritemi multiformi, ecc., chiedo che si indaghi  con autopsie approfondite per risalire alle cause che provocano gli infarti mortali che colpiscono in particolare i giovani maschi sportivi  (l’ennesimo di cui ho letto, successivamente al consiglio comunale, riguarda Andrea Sciarrini di Marotta, 40enne giocatore di basket e padre di due bambine).  4) Ho chiesto ad Acquaroli la sua collaborazione perché siano ripristinati i diritti costituzionali, perché non è possibile che si tengano sospesi, punitivamente, senza stipendio, ancora per 7 mesi, i dipendenti sanitari perché rifiutano un vaccino che non è un vaccino ma un siero genico sperimentale; che si tengano isolati dai loro studenti gli insegnanti; che i nostri ragazzi, nelle aule scolastiche, siano ancora vessati con l’obbligo della mascherina; che ai lavoratori 50enni che rifiutano il vaccino venga comminata una multa di 100 euro, ridicola nella cifra e ancor di più nella sostanza; che fino alla fine dell’anno, sia vietato andare a visitare un genitore in ospedale o nelle RSA se non si è vaccinati. 5) Infine, ho chiesto espressamente al Presidente Acquaroli che collabori perché non venga superato il limite dei 6 V/m dei campi elettromagnetici, e che provveda ad istituire un REGISTRO REGIONALE dedicato al controllo della salute dei cittadini marchigiani IN RAPPORTO ALLA DIFFUSIONE DELLE ANTENNE, in collaborazione con i sindaci, i quali dovranno provvedere ad informare la Regione ogni qualvolta sul loro territorio vengano aggiunte antenne o stazioni radio o qualunque altro strumento, anche solo elettrico, che aumenti il campo elettromagnetico.

Chi volesse può vedere il video ( Video Consiglio Comunale ) registrato in streaming sul sito del Comune, anche se purtroppo non mi sono abituata al fatto che quando si parla bisogna stare distanziati dai nuovi microfoni (agli altri ci si doveva avvicinare) pertanto alcuni passaggi non si sentono.

Lisetta Sperindei – Consigliera comunale di Pesaro – Gruppo misto di minoranza

Risveglio

Salve a tutti sono Lilly. Sono di Cesena e proprio qui una blogger mi ha soprannominato “mamma coraggio” perché ho fatto delle uscite in suolo pubblico, in base Art. 21 con il megafono per esternare i nostri diritti; fermando i carabinieri in stazione a Cesena che facevano controlli assurdi per il GP sugli autobus agli studenti già in possesso di regolare abbonamento. Ho fatto altre uscite sotto gli uffici del sindaco per chiedere spiegazioni al primo cittadino sui ricatti subiti per poter lavorare e sulla privazione del sostentamento per potersi mantenere i se non ci si inoculava questo siero sperimentale…

Poi, il 10 marzo ho esternato tutto ciò fuori dal Parlamento a Roma, cercando di esporre tutti i soprusi, le ingiustizie e soprattutto le incoerenze a cui siamo sottoposti da circa due anni.

Ritornando a noi, vi scrivo per raccontarvi l’esperienza del volantinaggio nelle scuole cesenate per sensibilizzare i GENITORI, gli insegnanti e i dirigenti riguardo al problema della mascherina a scuola. Sì, perché oltre che sui mezzi pubblici, la mascherina è rimasta obbligatoria nelle scuole, sia all’aperto che al chiuso. Poveri bambini, che corrono fuori nel cortile delle scuole con 30 gradi costretti a tenere un impedimento al proprio respiro, costretti a respirare la loro aria invece di quella che la natura ci offre! 

Bambini costretti a portarla al banco quando al ristorante non è più obbligatorio e nemmeno al supermercato o in farmacia… Bambini che quando escono da scuola possono andare a fare attività fisica senza mascherina, possono giocare a calcio, a basket, a pallavolo etc… Bambini costretti a portarla quando tutto il personale scolastico è trivaccinato!

La cosa davvero assurda è il fatto che non si capisce come mai a scuola ancora si mette mentre al ristorante no. Non si rendono conto le persone dell’incoerenza, dell’assurdità? Delle contraddizioni?

Inoltre ci sono studi scientifici che hanno dimostrato che la mascherina non serve, anzi creerebbe più danni a livello respiratorio e non solo, anche psicologico, facendo aumentare le paure ai bambini, le psicosi, le timidezze, tanto è vero che dottori affermano che 1 bambino su 4 è in forte depressione…e 1 su 5 ha disturbi depressivi.

Ci sono studi su Nature e su altre riviste importanti come il Lancet che dimostrano che le mascherine sui bambini non hanno efficacia contro il virus. Moltissimi dottori, scienziati hanno fatto ricerche su questo, e tutte documentate da dati, come il dottore Frajese e tanti altri, compresa l’Università di San Paolo che ha fatto proprio studi anche sul fatto che i bambini vengono stravolti a livello comportamentale e psicologico non potendo nemmeno vedere le emozioni nei volti dei loro compagni.

Un giorno sono stata contattata da una mamma che ha creato un gruppo circa un anno fa, chiamato NO DAD, chiedendomi se potevo aiutarla in questa iniziativa. Io ho 3 figli più grandi: 2 all’università e 1 all’ ultimo anno delle superiori. Il problema della mascherina per i miei figli era molto marginale: loro hanno avuto altri grossi problemi, ma questo potrei raccontarlo nella prossima puntata (sempre se vi sono piaciuta!). Mi sono detta che “anche i miei figli sono stati piccoli e sono sempre mamma, era doveroso aiutarla.” Anche perché dobbiamo essere uniti in tutto e darci reciproco sostegno, non pensare al proprio orticello come stiamo facendo un po’ tutti, e parlo a chi come noi non crede al siero magico, alla mascherina e alle tante cose imposte dal nostro governo.

Abbiamo scelto il volantino RESTITUIAMO IL SORRISO A SCUOLA con in fondo il link on line per firmare petizione per abolire la mascherina o almeno dare libera scelta. È stata un’iniziativa molto positiva. Addirittura un giornalista del resto del Carlino ci ha intervistato e ha fatto un bellissimo articolo. Ma la cosa davvero positiva e piena di speranza è stata quella di vedere tantissimi genitori e nonni d’accordo con noi. Persone che non fanno parte di gruppi, che non hanno i social ma che in solitaria la pensano in maniera opposta al governo. Anzi molti ci hanno detto ” ma allora non siamo soli ci sono altri come noi”.

La cosa triste è che siamo tutti soli ognuno per conto proprio e così non otteniamo gran che; ma siamo tantissimi e piano piano verremo fuori tutti. 

Ovviamente, ci sono stati anche genitori che sono d’accordo nel tenerla. Ed io, ho detto che rispetto la loro scelta, nonostante la pensi diversamente. Dovremmo arrivare ad avere LA LIBERTÀ DI SCELTA. Non dobbiamo imporre la nostra visione, anche se supportata da dati che attestano l’inutilità della mascherina ed i suoi effetti dannosi; noi dobbiamo essere per LA LIBERA SCELTA.

Purtroppo, molti hanno vergogna e paura di mostrare la propria opinione. Le persone hanno paura delle maestre, in generale come Popolo si hanno tante fobie, un po’ per codardia e un po’ per omertà. Ma io sono molto fiduciosa. Il RISVEGLIO è lento, e ci vuole pazienza, comprensione e amore ma anche determinazione. Ecco il perché del mio titolo. Noi abbiamo copiato l’iniziativa che partiva da Milano, poi altri hanno copiato noi, l’esempio è la miglior forma affinché venga attuata qualsiasi forma di lotta o di cambiamento. Mi hanno chiamato da Rimini, da Morciano, da Fano e dintorni, per avere consigli.  Anche quando ho sentito tutte queste persone per confrontarci, sentivo in loro il dubbio, ma poi mi hanno richiamato entusiasti nell’ aver trovato altrettanti genitori favorevoli.

L’unione fa la forza sempre, e non è vero che una persona da sola non può fare nulla, perché se altrettante persone copiano e fanno uguale non si è più soli a fare quella cosa ma in tanti. Ci vuole sempre il via della bacchetta del maestro per fare partire l’orchestra.

Alcune scuole sono più reticenti perché dipende dal dirigente, che è pur sempre una persona. Purtroppo alcuni genitori si sono ritrovati in una situazione pesante e pressante, le grandi vittorie avvengono sempre con grandi sacrifici se fosse il contrario sarebbe un apparente vittoria. Bisogna insegnare ai bambini che non si può mollare alla prima difficoltà se si vuole ottenere qualcosa. Sempre rispettosi e corretti ma determinati quando una legge è ingiusta!

Sono fiduciosa nel Popolo Italiano. Siamo artefici del nostro destino. I bambini e i ragazzi sono stati i più vessati e dovremmo proteggerli a tutti i costi! CERCHIAMO TUTTI QUANTI DI METTERCI NEI PANNI DEL NOSTRO PROSSIMO CHE SIA AMICO O NEMICO PER COMPRENDERE DI PIÙ, COSÌ FACENDO FORSE AVREMMO MENO RABBIA, MENO ODIO, FORSE CI SENTIREMMO MENO SUPERIORI A SCOPRIRE COSE CHE NON SAPEVAMO. OGNUNO HA IL SUO VISSUTO. L’UNIONE SIGNIFICA FARE SACRIFICI ED AIUTARE L’ALTRO PER UNA COSA CHE A NOI NON IMPORTEREBBE. COSÌ FACENDO, SI DIVENTA PIÙ ALTRUISTI E MENO EGOISTI, E POTREMMO RIPRENDERCI LA NOSTRA LIBERTÀ E IL NOSTRO AMATO STUPENDO PAESE!

Ricordatevi ogni popolo ha il governo che si merita, facciamo vedere a tutto il mondo che governo vogliamo!

Uno sguardo sul nuovo Mein Kampf – Parte 3/3


La parte finale della recensione del libro di Klaus Schwab La Quarta Rivoluzione Industriale intende focalizzarsi su alcune affermazioni fatte dall’autore, con l’invito per il lettore a pensare “dualmente”, ossia a cercare di vedere l’altro lato nascosto della situazione che l’autore descrive. Non si tratta di un atteggiamento perverso orientato al volgare complottismo che fa la gioia dei fact-checkers, e neppure alla volontà di stravolgerne il pensiero. Il nostro giudizio su di un lavoro edito in tempi non sospetti – per il popolino – non può prescindere da tutte le dichiarazioni che Zio Klaus ha rilasciato nel frattempo agli eventi ufficiali del Forum di Davos, oppure dalle interviste rilasciate ai suoi giornalisti leccapiedi o anche dai video rubati nelle sue attività di sponsorizzazione del Grande Reset.

In un’ottica di interpretazione stensiva, è appunto impossibile separare quanto scritto nel 2015 da quanto dichiarato negli anni seguenti, soprattutto alla luce degli ultimi due anni di cinema COVID19, durante i quali il Nostro ha gustato la luce della ribalta come campione del Great Reset.

Il suo delirio va dai lavori suscettibili ad essere informatizzati nei prossimi 10-20 anni (tradotto: tanta gente perderà l’impiego e sarà costretta a dipendere dai sussidi governativi) al primo farmacista robot (tradotto: per ogni valore fisico fuori scala un robot ci prescriverà – imporrà? – il farmaco giusto), passando da nuovi meccanismi di tassazione per la blockchain (tradotto: tutte le tue ricchezze saranno monitorate e bloccate, dovesse servire), per finire con la nascita del primo essere umano il cui genoma sia stato direttamente e deliberatamente editato (tradotto: Dio si può fare da parte) e con la memoria totalmente artificiale impiantata nel cervello (tradotto: totale disumanizzazione dell’essere vivente chiamato uomo). Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che laddove si trova la parola “Smart” la vittima siamo noi.

Non è possibile rimanere indifferenti allo stupro della persona umana offerto in nome del profitto delle grandi aziende, oltretutto esposto in maniera così asettica.

Ricordiamo la storia del Forum di Davos, del Great Reset e di tutti i lavori delle varie commissioni e clubs dell’élite mondiali resi pubblici. Non ci deve stupire il disprezzo che essi nutrono per la grande massa, definita come composta da Mangiatori Inutili, indegna di vivere, appunto perché inutile ai loro fini e per di più dispendiosa. Questi filantropi hanno coniato questo termine di denigrazione contro le vittime che loro stessi derubano di continuo, sublimandolo col video “Benvenuti nel 2030. Non possiedo nulla e sono felice”.

Le persone sono classificate come “mangiatori inutili” se non soddisfano una certa capacità produttiva nella società definita dagli oligarchi. Per loro, la produttività significa la capacità di realizzare un profitto per le classi dominanti.

Sulla premessa di base della non produttività così definita, i “mangiatori inutili” possono essere identificati dall’elenco seguente: pensionati, portatori di handicap, ricoverati in ospedale con supporto vitale cronico, disoccupati, persone con problemi mentali, dissidenti e indesiderabili. Fatevi la domanda: come hanno trattato, i Governi, queste categorie di persone negli ultimi decenni?

Non ci siamo ancora arrivati, ma è lì che siamo diretti: si chiama totalitarismo patologizzato globale.

Se leggete il libro con questi occhiali riuscirete a vedere cosa si cela dietro alla Matrix dello Zio Klaus, come fosse un sacco di numeri verdi dietro uno sfondo nero che formano la ragazza col vestito rosso.

Con questo libro apparentemente innocuo la globalizzazione ci mostra il suo volto oscuro, ma, tranquilli: con probabilità, tutto questo era programmato da decenni.

Come aveva previsto Aldous Huxley 60 anni fa: “Ci sarà, nella prossima generazione o giù di lì, un metodo farmacologico per far amare alla gente la propria servitù e produrre una dittatura senza lacrime, per così dire, producendo una sorta di campo di concentramento indolore per intere popolazioni che si vedranno tolte le libertà, ma addirittura ne saranno felici“ (Berkeley Language Center, 20 marzo 1962).

Per questo, non fatevi coinvolgere alle loro condizioni e non permettere che vi spingano ad accettare le loro premesse. Una volta che vi hanno risucchiato nella loro narrazione, hanno vinto. I forever-vax, i pro-vax, gli all-vax ne sono una triste dimostrazione, così come lo sono quelli che tengono oggi la bandierina dell’Ucraina osannando il possesso dell’infame marchio verde.

Forse non riuscirete a cambiare le loro convinzioni, ma il vostro esempio potrebbe aiutare altri “Nuovi Normali”, la cui fede sta vacillando, a iniziare a riconoscere ciò che è stato fatto alle loro menti e a rompere con il culto.

Quindi, per favore, voi lettori parlate con tutti i vostri conoscenti. Chiamate le cose che vedete con il loro nome. Affrontate chiunque nella vostra vita, non abbiate paura, nonostante dicano a voi e a loro stessi che stanno cercando di aiutarti a “tornare in te” o a “guardare la verità” o a “fidarti della scienza”.

Rinfreschiamoci tutti il pensiero del Gruppo dei 30, in un volume firmato anche dal migliore Mario Draghi, sulla bellezza della «distruzione creativa» delle economie nazionali. Gli oligarchi di Davos vi impoveriranno, vi faranno delirare, vi fiaccheranno, così da farvi accettare qualsiasi cosa, la fine dei vostri diritti, del giusto compenso per il vostro lavoro, il potere sempre più accentrato in una tecnocrazia italiana come quella attuale. Da lì in poi daranno il via al Grande Reset, oltre che sociale, anche biologico e perfino psicologico, ossia ad un processo di demolizione controllata, perpetrata con l’aiuto dei politici che avete votato e a cui pagate lo stipendio.

Demoliranno questo nostro Paese, le nostre fabbriche, le nostre famiglie. Demoliranno l’essere umano.

Concludendo: è questo il mondo che noi desideriamo o che loro desiderano per noi?

5G: le evidenze non si trovano perché non si cercano

Una carissima nostra lettrice (specializzata in ICT Information and Communications Technology), ci invia questo commento, scritto da lei, in risposta ad un articolo di Marco Bella “5G non ci sono evidenze che causi tumori pubblicato sul Fatto Quotidiano. Era il 2 maggio 2020.  Già allora c’era la possibilità di intraprendere degli studi e pensate quanto tempo hanno avuto da allora fino ad oggi per poterli approfondire… ( ilfattoquotidiano.it ).

È chiara la frattura tra la popolazione e la politica ormai prona agli interessi economici e speculativi. Speravamo nel movimento che si faceva portavoce dei cittadini, evidentemente ci siamo sbagliati. Mi riferisco all’articolo di Marco Bella del 2 maggio 2020 dal titolo “5G non ci sono evidenze che causino tumori”: tralasciando la supponenza di certe espressioni, come “erezioni”, non ben specificate

e del giudizio sulla manifesta ignoranza dei lettori, vorrei specificare alcuni fatti importanti in quanto l’articolo era pieno di inesattezze e link inappropriati. Analizzando razionalmente il problema del 5G, noi sappiamo che la Vita sul nostro pianeta dipende anche dalla qualità dell’aria. Non avrei voluto cominciare così, ma d’altronde il suo articolo parte da questo, dai rami che ci possono cadere sulla testa. Se per caso qualcuno sta pensando di sacrificare gli alberi perché d’intralcio alle connessioni tra le innumerevoli antenne che vi state apprestando a mettere su tutto il territorio italiano, sappiate che state commettendo un crimine contro l’umanità, le antenne si possono installare o smontare in un giorno, gli alberi hanno bisogno di decenni e decenni per crescere. Mi chiedo se sia stata fatta un’analisi dei rischi e dei benefici su questa tecnologia ad ampio spettro, anche a livello ecologico e ambientale. Non credo proprio, visto l’invasione di campo dirompente e senza contraddittorio.

Dal punto di vista chimico-biologico, se uno leggesse lo studio dell’Istituto Ramazzini con mente aperta e con un po’ di onestà intellettuale, saprebbe che lo studio è stato fatto sottoponendo i topi alla frequenza di 1,8 GHz di un’antenna radio-base di cellulari e sono state individuate delle iperplasie che non sono classificabili come tumori, ma ne sono l’anticamera.

Quello che è stato dimostrato, però, è che 3 topi su 2448 hanno sviluppato una forma rara di tumore al cuore, secondo Marco Bella del tutto trascurabile. Ma cosa succederebbe se quei miseri 3 topi fossero traslati a tutta la popolazione italiana? Con una semplice proporzione il numero dei tumori potrebbe essere 73.529, adesso cambia la prospettiva, vero? E cosa accadrebbe se invece di 1,8 GHz la sperimentazione si facesse con 27 GHz, o con addirittura con le frequenze millimetriche? Sì, millimetriche caro Bella, perché credo che Lei sappia benissimo che da 30 a 300 GHz le onde sono millimetriche e che al 5G sono state assegnate le frequenze di 34 e 68 GHz, che non saranno utilizzate fin da subito, ma in programma ci sono anche queste.

È semplice, cosa succederebbe con queste frequenze non lo sappiamo, perché non c’è uno studio sugli animali che ha sperimentato queste frequenze prima di progettare questa tecnologia e utilizzarla a livello mondiale. Questo si chiama principio di precauzione, sincerarsi dell’innocuità di una tecnologia prima di implementarla, ripeto, prima. Quante volte abbiamo visto nella storia del nostro paese e non solo uscire degli studi postumi che ci dicono: “Ops, ci siamo sbagliati! Vabbè andiamo avanti e ripristiniamo tutto quello che abbiamo fatto”, come è successo per i PVC, amianto, formaldeide e tricloroetilene, tanto per fare qualche esempio con tutti i rischi connessi alla salute, ai danni ambientali, alla fatica e ai soldi pubblici utilizzati per poi recuperare l’infausto. Scusate se non ci fidiamo, ma siamo stanchi, siamo stanchi di essere presi in giro e di pagare per degli errori che potevano essere evitati. Prevenire è meglio che curare, chi inquina paga, sono slogan da campagna elettorale che abbiamo sentito e risentito, ma che sono stati sempre, e dico sempre, disattesi.

Ma come al solito una mezza verità, unita con un po’ di insulti fanno sempre presa, ormai la tecnica comunicativa l’abbiamo capita, screditare davanti alle evidenze l’interlocutore. Torniamo alle inesattezze dell’articolo, si cita lo studio del National Toxicology Program, ma non sì linka lo studio stesso, sarebbe troppo onesto, si cita la sua critica; preciso che NTP è un ente che fa ricerca con soldi pubblici, quindi libero da conflitti d’interesse, come del resto l’Istituto Ramazzini, che è una Onlus, ma per rimanere libero da influenze di sorta così si autofinanzia con donazioni volontarie, di tutto rispetto quindi.

Questo studio sottopone i topi alle radiazioni elettromagnetiche di telefoni cellulari 2G e 3G, nelle frequenze tra 700 e 2700 MHz, quindi del tutto simili alle frequenze delle bande più basse del 5G, questo elaborato oltre ad aver confermato i risultati dell’Istituto Ramazzini su cuore e cervello, ha avuto la possibilità finanziaria anche di indagare i danni a tutti gli altri organi. Lo studio, con il commento dell’Istituto metto a disposizione in fondo l’articolo, cita testualmente: “Gli scienziati della NTP hanno scoperto che l’esposizione alla RFR (leggi radiofrequenze) era associata ad un incremento del danno del DNA. Nello specifico hanno scoperto che l’esposizione a RFR era collegata ad aumenti significativi del danno al DNA nella corteccia frontale, nelle cellule del sangue e nell’ippocampo”. L’affermazione che non sono radiazioni ionizzanti, che quindi non intaccano il DNA, sprofonda nel ridicolo, se leggiamo lo studio, perché anche queste radiofrequenze danneggiano il DNA. Ma, se leggiamo con attenzione il NTP ci dice anche altre cose interessanti: sono auspicate altre ricerche in proposito per confermare questi risultati e che sono in programma degli studi a breve termine, nei quali invece di cercare i tumori già formati, si cercheranno i biomarcatori di danno da esposizione a RFR, quindi non bisognerà aspettare anni, per studiare le radiazioni da 5G, ma potrebbero essere necessari tempi assai più brevi.

È perfettamente legittimo, quindi, che la popolazione chieda una sperimentazione attendibile sugli animali della tecnologia 5G, prima di farci invadere le nostre vite da una tecnologia di cui sappiamo ben poco sulle possibili ripercussioni sulla salute e sull’ambiente come ecosistema.

Ma quello che si chiedono in molti è: dov’è lo Stato? Dove sono gli organi preposti alla tutela della salute pubblica o all’ambiente? Chi veramente conosce l’argomento ed è libero da interessi di sorta, è preoccupato per la sovrapposizione di 2G, 3G, 4G, 5G, comunicazioni radio militari, antenne TV, comunicazioni radio amatoriali…; Come potete vedere l’elettrosmog è una questione reale e non da poco.

Non ci tranquillizza la proposta di togliere il 2G e il 3G, perché la sperimentazione sugli animali deve essere fatta su tutte le restanti onde elettromagnetiche combinate nella loro multifattorialità. Io ho fatto una tesi sui sistemi IOT per il monitoraggio dell’inquinamento ambientale, io so benissimo la portata incredibile di questa tecnologia, ma la tecnologia legata all’IOT è già funzionante con il 4G, il 3G e le onde LoraWan. L’Industria 4.0 e tutto il mondo collegato al cloud computing, al networking, all’automazione delle produzioni non riusciamo a implementarle con la banda ultra larga con fibra ottica? Abbiamo veramente bisogno del 5G? E se sì, con quali precauzioni ambientali e strutturali? Tutto questo ci è negato, il dibattito sta a zero, dobbiamo prenderci per buono tutto quello che state facendo, ma vi state prendendo una responsabilità che non vi possiamo lasciare.

Il 5G sarà necessario quando l’IOT invaderà le nostre case, allora i 5-6 device collegati alla rete in ogni casa già ora, potranno diventare 20 o 30: frigorifero, caldaia, finestre, porte, telecamere, lavatrice, fornello, computer, cellulari e chi più ne ha più ne metta! Siamo sicuri di voler barattare la nostra salute con un frigorifero che ci ordina al posto nostro il latte o che la lavatrice dialoghi con il tecnico da remoto?

Sappiate che, se non verrà rispettato il principio di precauzione, non ci rappresenterete più. Non ci illudiamo, sappiamo come andrà a finire, sappiamo che Elon Musk sta vomitando 11.000 e rotti satelliti nel nostro cielo, sappiamo che i nostri figli e i nostri nipoti faranno fatica a distinguere un satellite da una stella e quella volta celeste che nel passato inspirò civiltà antiche, mistici, scrittori, poeti, astronomi, fisici e matematici e tutti noi quando cerchiamo il collegamento con l’infinito, domani potrebbe più non esserci.

Non arrendiamoci allo status quo, per favore.

Quando il vaccino fa male al cuore

Butac ha schedato come inattendibile l’editoriale di Panorama sui problemi cardiaci, respiratori e altri, connessi con le vaccinazioni a mRna per il SarsCov2, quando, a nostro parere, ha riportato, senza commentare, solo studi scientifici pubblicati sulle migliori riviste internazionali, anche specifiche, su problemi cardiaci e neurologici.

In questo articolo vi proponiamo i passaggi essenziali della rivista, associandoli con gli articoli usciti sulle riviste scientifiche. Vi renderete conto così, che non sono bufale, ma che sono constatazioni scientifiche di ricercatori che stanno solo fotografando la realtà per come gli si presenta.

Riteniamo fermamente come Cittadini Liberi Pesaro che quando le istituzioni , che dovrebbero essere imparziali e libere da ogni conflitto d’interesse o pressione esterna di sorta, non siano più attendibili o scevri da imposizioni dall’alto, come lo è stato nel caso del ricercatore dell’OMS Francesco Zambon, a cui nella sua relazione sugli errori commessi nel fronteggiare la pandemia in Italia, è stato intimato di modificare il suo rapporto per non ledere la suscettibilità del nostro deprecabile ministro della Salute Speranza, il cittadino ha il diritto-dovere di informarsi alla fonte su pubblicazioni scientifiche che riportano i dati nudi e crudi, anche se non ha le competenze necessarie.

Il problema enorme che si è verificato è stato denominato dalla rivista “The Lancet” già un anno fa come “The elephant in the room”, in un articolo pubblicato da Piero Olliaro il 20 aprile 2021, hanno trovato accettabile far assumere a gran parte della popolazione un vaccino che aveva saltato trial di sicurezza e di genotossicità, e che nel tempo non si sapeva di preciso a cosa avrebbero portato. Questa accelerazione senza precedenti, porta con sé dei doveri deontologici e soprattutto giuridici connessi con l’obbligatorietà e legati al principio di precauzione.

Nel tempo sono state riscontrate miocarditi, accelerazioni di stati cancerosi, problemi autoimmunitari, immunologici, retinici, uditivi, ma in generale i problemi riguardano tutti gli organi dove erano insite delle debolezze già nell’individuo.

Il fatto più preoccupante a nostro avviso, sono i problemi cardiaci in giovani e giovanissimi, sportivi, in persone sanissime che non riscontravano patologie pregresse e che avrebbero rischiato pochissimo dalla malattia Covid.

“Le miocarditi sono in aumento, forse perché le proteine spike del vaccino si legano a recettori che controllano le infiammazioni cardiache, troppo poco sappiamo ancora degli antiCovid disponibili, eppure guai a sollevare interrogativi su efficacia e sicurezza di 11,37 miliardi di dosi già somministrate nel mondo”, questo scrive Patrizia Floder Reitter su “Panorama”.

E ancora: “eccellenti medici e ricercatori sono stati messi al bando e sospesi come l’endocrinologo Giovanni Frajese”.

Il neurochirurgo statunitense Russel L. Blaylock dichiara sulla rivista scientifica “Surgical Neurology International”: “in troppi casi gli autori avevano osato mettere in discussione il dogma accettato da controllori delle pubblicazioni scientifiche, in particolare per quanto riguarda la sicurezza, i trattamenti alternativi o l’efficacia dei vaccini. Non c’è alcuna indagine seria da parte di alcuna agenzia governativa per determinare perché tante persone stiano morendo o siano gravemente e permanentemente danneggiate da questi vaccini”.

Il medico Alessandro Capucci di Piacenza, ordinario di Malattie cardiovascolari, ha dichiarato che “nel 2021 si è riscontrato un aumento di casi di miocardite nei giovani e negli atleti. Anche le morti improvvise tra i calciatori sono superiori alla media. Dagli studi emerge un legame significativo con i vaccini mRna, il ministero non dovrebbe minimizzare”.

“Il fenomeno interessa soprattutto i giovani maschi per una maggiore produzione di catecolamine da parte delle ghiandole surrenali; e negli atleti che sono già esposti ad elevati livelli di catecolamine, ne incrementano il livello, a seguito della vaccinazione, con necrosi di parti del tessuto muscolare miocardico. Le miocarditi non vanno mai sottovalutate perché è possibile che dopo anni si abbia uno scompenso cardiaco”.

Sulla rivista internazionale peer review Journal of Cardiovascular Development and Disease, Angeli e colleghi dichiarano che dopo aver analizzato un migliaio di studi realizzati e pubblicati nella UE hanno constatato una percentuale di ipertensione del 3,2% su 357.387 soggetti, quindi “significa che la pressione arteriosa anomala dopo la prima o la seconda dose non è evento raro”, spiega Angeli.

Secondo lui “le proteine spike che il vaccino fa produrre all’organismo sono molto simili, a livello funzionale e morfologico, a quelle del virus e si legano ad alcuni recettori in tutto l’organismo”.

“Recettori coinvolti in pressione arteriosa, infiammazioni cardiache, trombosi e quando le spike si legano ad essi, creano una sorta di PARALISI FUNZIONALE, facendo saltare un po’ il meccanismo di regolazioni delle funzioni vitali. Quindi almeno 15 milioni di ipertesi in Italia si vaccinano senza sapere cosa rischiano”.

Blood Advaces segnala la possibilità che: “in determinati individui la produzione di specifici anticorpi indotti dalla spike vaccinale porti alla formazione di immunocomplessi, che a loro volta attivano le piastrine portando a trombocitopenia ed eventualmente a trombi e/o emorragie”.

Noi in linea di massima siamo d’accordo con la Dott.ssa Barbara Balanzoni, anestesista e perito medico in tribunale (CTU), che in relazione a questo articolo di Panorama dichiara: “errori imperdonabili che cambiano il corso della storia, non possiamo che augurarci che tutto questo finisca con degli ergastoli”.

Il senso di Giuliano per l’obbligo vaccinale

Era ora. La Corte Costituzionale è stata investita dal Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia della questione di legittimità costituzionale delle norme che impongono il vaccino obbligatorio COVID, alla luce dei recenti dati dell’Agenzia Italiana del Farmaco che evidenziano un’elevata percentuale di conseguenze avverse.

La questione di legittimità costituzionale nasce nel corso di un processo in cui il giudice viene a dubitare della costituzionalità della legge da applicare al caso di specie, per cui egli ha la possibilità di sottoporre la questione alla Corte Costituzionale affinché essa confermi o meno l’applicabilità della norma.

Quando la Corte decide il merito della questione, l’effetto della sentenza di accoglimento è l’annullamento della norma; viceversa, essa rigetta la richiesta confermandone l’applicabilità al caso concreto, nel quale il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Sicilia ha valutato l’appello proposto da un tirocinante del corso di Laurea infermieristica (non ammesso al corso formativo in strutture sanitarie perché senza il vaccino) contro l’Università di Palermo.

Nella sostanza, si contesta la legittimità costituzionale (e l’irrazionalità del sistema) dell’art. 4, c. 1 e 2, d.l. n. 44/2021 (convertito in l. n. 76/2021), e della l. 217/19, nella parte in cui si prevede, da un lato, l’obbligo vaccinale per il personale sanitario, dall’altro lato, per effetto dell’inadempimento all’obbligo vaccinale, la sospensione dall’esercizio delle professioni sanitarie e, da un altro ancora, la sottoscrizione (imposta) del consenso informato, per il contrasto agli artt. 3, 4, 21, 32, 33, 34, 97 Cost.

In estrema sintesi, secondo il Consiglio, in riferimento al siero magico COVID, non sarebbe più possibile sostenere che il diritto alla salute collettiva ex art. 32 Cost. prevalga sulla libertà del singolo a non sottoporsi a un trattamento sanitario, poiché gli effetti avversi della somministrazione di tale vaccino non rientrano nei limiti della tollerabilità secondo il recente rapporto AIFA 01/2022, in cui si evidenzia che le conseguenze avverse (patologie varie e decesso) derivanti dalle iniezioni si verificano con frequenza decisamente superiore rispetto a quanto avviene con gli altri vaccini obbligatori o raccomandati in Italia. 

Se tali frequenze relative agli effetti avversi e ai decessi non dovessero essere considerate dalla Corte Costituzionale come adeguate al criterio di “tollerabilità”, cadrebbe la possibilità di comprimere il diritto del singolo a non sottoporsi a un trattamento sanitario e quindi risulterebbe illegittima l’imposizione del vaccino obbligatorio.

Tradotto: se la Corte accoglie l’istanza, crolla definitivamente tutta la narrazione sul siero magico e sulla sua utilità, dopo che da mesi lo stato di emergenza illegittimamente dichiarato è in corso di demolizione presso la magistratura ordinaria. In caso contrario, dovremo aspettare nuovi rapporti AIFA e nuovi numeri sui casi avversi per vedere rielaborato il concetto di tollerabilità.

Sia l’Associazione di Studi e Informazione sulla Salute (AsSI) sia l’Associazione ContiamoCi!, hanno deciso di depositare i propri pareri contro l’obbligo della vaccinazione presso la Corte Costituzionale, in virtù della condizione di “Amici curiae”, cioè di formazioni sociali senza scopo di lucro o soggetti istituzionali, portatori di interessi collettivi o diffusi attinenti alla questione di costituzionalità oggetto di uno specifico giudizio.

Per questo la Corte Costituzionale, presieduta da Giuliano Amato, è chiamata ad una decisione storica, destinata a confermare o a destabilizzare il sistema attuale, con risvolti sociali, politici ed economici di enorme portata.

Docente di Diritto Costituzionale Comparato, componente del PSI della prima Repubblica, due volte presidente del Consiglio e ministro del Tesoro, oltre che ministro dell’Interno, Giuliano Amato è ricordato da noi Italiani per la sua fantastica impresa datata 10 luglio 1992, quando dalla sera alla mattina il suo governo stabilì indegnamente il prelievo forzoso dai nostri conti corrente privati. Amato rimarrà in carica 8 mesi, quanti ne mancano alla fine del suo mandato di giudice, è cioè fino a settembre 2022 (coprendo così le prossime fasi dell’emergenza sanitaria). Si presume quindi che entro l’autunno la Corte si pronuncerà su questa questione fondamentale per la vita di tutti gli Italiani.

In una fase storica così delicata, il ruolo della Corte Costituzionale potrebbe essere molto rilevante, in particolare per quel che riguarda eventuali ricorsi in merito all’obbligatorietà della vaccinazione contro il COVID, oppure all’utilizzo esteso dell’infame marchio verde in tutte le sue versioni.

Le domande che noi di CLP ci facciamo sono: dovrà forse Amato proteggere l’amico Draghi dalla valanga di ricorsi contro le sue infami imposizioni? Dovrà invero confermare l’aberrante decretazione d’urgenza emessa dal Governo dei Peggiori trasformando un’accozzaglia di leggi, decreti e circolari in un fondamento giuridico di questa Repubblica? Dovrà veramente violentare il nostro ordinamento per piegarlo alla narrazione globalista di certi filantropi americani adoratori dei sieri magici?

Il rapporto tra Amato e Draghi è più antico di quanto sembri; in rete si dice che due si conoscano dal 1976, quando in qualità di esperti lavorarono ad un modello econometrico commissionato da Cgil, Cisl e Uil al fine di creare una centrale sindacale comune. L’idillio continuò a cavallo tra gli anni ’90 e i primi anni duemila, quando i due portarono a termine le privatizzazioni dei grandi asset pubblici italiani e facilitarono l’ingresso dell’Italia all’interno dell’unione monetaria (whatever it takes).

Ora che è possibile valutare il risultato del loro lavoro passato, perché tangibile ed evidente, non possiamo esimerci dal darne un giudizio pessimo, dato che le conseguenze sono tutte attorno a noi. Sulla base di ciò, non dovremmo forse imporci di iniziare a prendere coscienza delle conseguenze di un possibile giudizio infausto della Corte, favorevole all’obbligo di sottoporsi al siero magico e sfavorevole a noi Cittadini Sani e Onesti?

Esiste, infatti, un triste precedente comunitario in ambito giuridico; in Germania, nel marzo scorso, nonostante la Corte abbia ammesso nella sua sentenza che i vaccini possano causare gravi effetti collaterali e anche la morte, essa si è rifiutata di revocare l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, dicendo che, nella misura in cui le disposizioni interferiscono con i suddetti diritti fondamentali, tali interventi sono costituzionalmente giustificati, arrivando ad affermare che “nonostante l’elevata intensità dell’intervento, i denuncianti che lavorano nel settore sanitario e assistenziale tutelato dai diritti fondamentali debbano in definitiva dimettersi”.

Referendum abrogativo 12.06.2022

Secondo l’Avv. Pia Perricci bisogna votare sì a tutti e cinque i quesiti all’interno del referendum.

Primo quesito: equa valutazione dei magistrati. Attualmente i magistrati sono controllati da altri magistrati, il controllore è colui stesso che viene controllato, dal CSM ovvero Consiglio Superiore della Magistratura che per l’appunto è formato da magistrati. Questo rende poco attendibili tutte le valutazioni e quindi bisogna votare sì in modo tale che possano entrare nella valutazione dei vari magistrati anche rappresentanti sia universitari sia dell’avvocatura; in questo modo si tiene più sotto controllo la loro competenza.

Secondo quesito: separazione delle carriere dei magistrati. Deve essere un sì perché attualmente abbiamo dei magistrati che passano da essere Pm ad essere giudici e viceversa. Questo non garantisce una totale terzietà del giudice perché è diversa la forma mentis di un pubblico ministero rispetto ad un magistrato e per altro si ha un metodo di lavoro differente. Votando sì, si chiede la separazione di carriera che è l’unico modo con cui si avrà un giudice terzo e una trasparenza dei ruoli. In quanto i giudici ed i vari procuratori non potranno fare i salterini da una parte all’altra.

Terzo quesito: riforma CSM. Anche qui bisogna votare sì perché attualmente per far parte del CSN i vari magistrati devono raccogliere un numero di firme che va dalle 25 alle 50 firme, questo comporta che il magistrato debba appartenere ad un ramo della magistratura. Votando sì, si tagliano le firme e qualunque magistrato si può candidare al CSM anche con una sola firma. Si avranno così magistrati più indipendenti e meno ammanicati.

Quarto quesito: equo processo. In Italia abbiamo il primato di persone innocenti che si ritrovano poste in carcere o ai domiciliari senza che in realtà abbiamo commesso il reato e senza che abbiano avuto una condanna definitiva.  Attualmente si può essere posti in detenzione preventiva anche solo sulla base di una valutazione effettuata dal Giudice di pericolo di una reiterazione del reato. Il giudice quando pensa che la parte possa reiterare il reato la mette in custodia cautelare senza avere dei grandi indizi. Andando a votare sì, nessuno potrà finire in carcere, prima del processo, se non in caso di reati gravi.

Quinto quesito: decreto Severino.  Anche qui occorre votare sì.Attualmente abbiamo una decadenza automatica di sindaci e amministratori locali che vengono condannati anche in via definitiva cioè anche in primo grado con decadenza automatica.

Purtroppo alle volte vengono realizzate delle sentenze pilotate/politiche (non essendoci una reale responsabilità personale dei magistrati), e pertanto vi è la possibilità che vengano prese di mira delle persone poco inclini al sistema. Con questo automatismo ci si libera subito di loro. Andando a votare sì, in realtà si toglie l’automatismo e può comunque intervenire il giudice con la sentenza di primo grado ad applicare anche l’interdizione, che non è automatica ma viene applicata sotto la responsabilità il giudice stesso.